“Ho l’idea che dovrò inventare un nuovo nome per i miei libri, con cui sostituire romanzo”.
È il 27 giugno 1925, la scrittrice è pronta per il suo nuovo libro. Ne conosce già il nome proprio, ma non ne conosce il genere, né il nome comune. Ne anticipa però il tono: sarà un’elegia – al Faro. Non ha dubbi riguardo a chi l’elegia sarà dedicata. Quel to è preposizione che in inglese non indica semplicemente un moto a luogo; non è solo il vettore di uno spostamento, un possibile o impossibile approdo al Faro. È anche un dativo: il polo di un’offerta, di un dono. Se Al Faro è il grande romanzo che io credo che sia è perché dà l’emozione della verità, che sempre ci donano le grandi esperienze, in qualsiasi mezzo si compiano.” - Nadia Fusini