Secondo uno studio della Psichiatria Mondiale il 20% dell’intera umanità ha problemi psichiatrici, per molti manca la percezione, ma l’arrivo di patologie invalidanti non esclude nessuno.

Le sintomatologie, spesso non vengono curate, in quanto il paziente tende a scoprire e poi nascondere la sua reale condizione, per la paura di essere additato a malato mentale ed escluso dai normali circuiti della società.

Nessun malato è in grado di sostenere con forza la propria patologia, quasi a rimproverare qualcun altro della sua condizione, è una battaglia impari senza vincitori.

Nessuno raggiungerà la naturale consapevolezza di essere ammalato e di rischiare di vivere borderline con la pazzia, perché mancherà sempre l’accettazione e la consapevolezza del grande sacrificio di un cambio strutturale del proprio pensiero.

Realmente il Cervello è l’unico organo importante e fondamentale, non riusciremmo a fare niente senza di esso, non puoi operarlo e sostituirlo come un altro organo, e curarlo con attenzione non è mai facile, perché ogni patologia è fine a sé stessa.

Ma non c’è la possibilità di analizzarlo come altri organi, l’indagine a vista è invasiva, spesso l’assestamento di una patologia è il solo vero successo per garantirsi una vita normale.

Lo stesso Medico, in fase di terapia non usa quasi mai lo stesso protocollo per ogni paziente, non ci sono patologie uguali per tutti, ma ci sono pazienti diversi con atteggiamenti uguali.

I tentativi sono volti a sperimentare le cure e capire se quella posta in essere sia quella giusta è l’unica strada per raggiungere il vero obiettivo: convivere con la patologia mentale.

Uno scrittore che parla di pazzia riesce a farlo solo per una ragione: osservare gli altri, nelle loro manifestazioni, lo conduce ad una analisi introspettiva dell’individuo, ma anche maggiore sensibilità e silenzi che gli fanno ascoltare i dolori.