ÂĢA Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voceÂģ: con questa dedica si apre "Lâincendiaria" di Stephen King. à infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità , con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lÃŦ in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe lâEstraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i ÂĢbrividi silenziosi e cumulativiÂģ che â per usare le parole di unâammiratrice, Dorothy Parker â abbiamo provato leggendo "La lotteria". PerchÊ anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male â un Male tanto piÚ allarmante in quanto non circoscritto ai âcattiviâ, ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.