Alessandro Giammei (Roma, 1988) è assistant professor di Italianistica e Letteratura comparata al Bryn Mawr College. Nel 2015 ha vinto l’Harvard Edition dell’Edinburgh Gadda Prize per il suo Nell’officina del nonsense di Toti Scialoja (edizioni del verri 2014) e nel 2018 ha pubblicato con Marsilio Una serie ininterrotta di gesti riusciti. Esercizi su «Il grande Gatsby» di F. Scott Fitzgerald. Con Chiara Valerio ha tradotto in italiano Ti basta l’Atlantico? Lettere 1906-1931 tra Virginia Woolf e Lytton Strachey (nottetempo 2021), mentre con Ara H. Merjian ha tradotto in inglese gli scritti sull’arte di Pasolini, che usciranno per le edizioni Verso con il titolo Heretical Aesthetics: Pasolini on Painting. Collabora con «il manifesto» e «Domani», su cui tiene la rubrica Cose da maschi.
Francis Scott Fitzgerald (1896-1940) ha pubblicato Il grande Gatsby nel 1925. Il suo esordio, Di qua dal Paradiso (1920), è un ritratto disincantato di Princeton (dove ha studiato) e della giovane America dell’età del jazz. Innamorato di Zelda Sayre, bionda e burrascosa, e dell’alcol, ha vissuto molti anni a Parigi diventando un protagonista assoluto del modernismo internazionale. Ha firmato decine di racconti, alcune sceneggiature e altri tre romanzi, di cui uno è rimasto incompiuto. Era convinto che la giovinezza di tutti fosse un sogno, una forma di follia chimica.