Andrea Carandini si racconta attraverso l'archeologia, grande passione della sua vita, in pagine di straordinaria vividezza, originalità e profondità.
L'archeologo somiglia al saggio investigatore, che si avvale di un metodo universale e di tanti specifici sussidi. Ma somiglia anche a un direttore d'orchestra, a cui non sfuggono suoni imperfetti di archi, arpe, legni, ottoni e percussioni; o piuttosto a un regista, al quale non sfugge il dettaglio errato di un vestito o l'incongruità di un arredo. Perciò l'archeologia deve trattare tutti gli oggetti e tutte le relazioni fra di essi, includendo tutti i saperi utili. Altrimenti si resta abbracciati al frammento o poco più, come un naufrago al suo pezzo di legno.
Perché il titolo La forza del contesto? Perché la vita che sempre si muove e si rinnova ha bisogno di una inclinazione che componga e diriga gli sforzi, i desideri, le speranze. Questa forza può stare non in una cosa singola, ma nell'insieme delle relazioni che alle cose conferisce reciproca attrazione, congruità, significato e valore. Ecco perché quando l'archeologo scava, assorbito nelle caratteristiche dell'oggetto, non deve mai dimenticare le persone vive che lo hanno fatto, anche se il loro nome non è inciso sul manufatto, né deve dimenticare se stesso e la società che lo circonda.
Andrea Carandini, professore emerito di Archeologia e Storia dell'arte greca e romana presso l'Università di Roma La Sapienza. Allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, ha condotto importanti scavi tra il Palatino e il Foro, scoprendo la prima Roma dell'VIII secolo a.C., e la Roma prima di Roma del IX e del X secolo.Nel 2009 è stato nominato Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, carica che ha ricorperto fino al 2012. Dal febbraio 2013 è Presidente del FAI. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Remo e Romolo (2006) e Archeologia classica (2008) per Einaudi; La Roma di Augusto in 100 monumenti (2014), Giove custode di Roma. Il dio che difende la città (2016) e Antinomia ben temperata (2017) per UTET; Paesaggio di idee. Tre anni con Isaiah Berlin (2015) per Rubbettino. Ha inoltre curato La leggenda di Roma (2006-2014) per Mondadori e The Atlas of Ancient Rome (2017) per Princeton University Press.