Atlante occidentale

¡ Giulio Einaudi Editore
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Un romanzo, uscito a metà degli anni Ottanta, che fece epoca misurandosi con le scoperte della fisica e anticipando alcune mutazioni radicali del nostro tempo. Viene riproposto in questa nuova edizione arricchito dal diario inedito che Del Giudice scrisse durante i giorni del sopralluogo al Cern di Ginevra prima di scrivere il romanzo. La prefazione è di un famoso fisico italiano che al Cern ha lavorato per molti anni e che, oltre ad amare il romanzo di Del Giudice, nelle pagine del diario ginevrino ha riconosciuto colleghi, situazioni e atmosfere a lui ben note.

Eccolo qua il romanzo dell'incontro fra i due esploratori: lo scrittore che scandaglia gli angoli piÃē intimi e nascosti dell'animo umano e lo scienziato che indaga i componenti piÃē minuti della materia. Due mondi apparentemente distanti che nascondono in realtà insospettabili analogie. A prima vista il mondo di Pietro Brahe è quanto di piÃē solido e materiale si possa immaginare: acceleratori e apparati grandi come case, magneti, rivelatori, cavi e circuiti elettronici. Ma basta scavare appena al di sotto di questa superficie per scoprire che le strutture piÃē nascoste e recondite della materia sono elusive, hanno forme cangianti, talvolta inafferrabili. Non cosí dissimili quindi dalle impalpabili mutevolezze che rendono imprevedibile il comportamento intimo dei protagonisti dei romanzi di Ira Epstein. Fino al punto che i due punti di vista quasi si rovesciano: ÂĢlui vedeva cose di cui non c'era immagineÂģ pensava di sÊ Pietro Brahe, mentre lo scrittore argomentava: ÂĢNel mio (lavoro), come le ho già spiegato, si vede parecchio. Si vede cosí tanto che resta ben poco da immaginareÂģ. Il regno della concretezza e della realtà materiale che si rovescia, come in uno specchio, in quello dell'immaginazione e della finzione letteraria.
dalla prefazione di Guido Tonelli

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