Come si viveva in un prestigioso chiostro romano tra Cinquecento e Settecento? Quali erano i rapporti che le monache intrattenevano con il secolo? Cosa sappiamo della loro cultura e della loro capacità di scrittura? La Cronica del Venerabile monasterio di Santa Cecilia di Roma, qui pubblicata per la prima volta, costituisce una fonte rara e preziosa per rispondere a queste domande. Al racconto della vita quotidiana delle monache benedettine - scandita dai tempi della liturgia, dall’ingresso delle novizie, dai governi delle varie badesse e dai numerosi lavori di ristrutturazione dell’edificio monastico - si alternano le descrizioni dei momenti di svago collettivo, di eventi miracolosi e di calamità, come la peste del 1656. Ma appaiono ricchi di fascino anche i resoconti delle visite di papi e personalità eminenti, ambasciatori e teste coronate. Il manoscritto, opera delle badesse succedutesi alla guida del monastero, dimostra che le monache di Santa Cecilia riuscirono a porre in essere comportamenti non per forza riconducibili a modalità dettate dall’esterno, esprimendo una cultura e una consapevolezza intellettuale notevoli. Una pagina emozionante e del tutto sconosciuta fino ad oggi agli storici è la toccante narrazione del ritrovamento delle spoglie della martire Cecilia nella chiesa adiacente al monastero, avvenimento che fu immortalato dallo scultore Stefano Maderno in una delle statue più belle e famose del barocco romano.