Biglietto, signorina

Garzanti
3,9
30 recensioni
Ebook
393
pagine
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«Bellano è una Macondo fatta di storie e di uomini simpatici e accattivanti.»
la Repubblica - Antonio Gnoli

«Secondo me, Vitali sorpassa con la sua levità Guareschi.»«Il suo è puro gioco narrativo con momenti di alto virtuosismo.»Antonio D'Orrico, «La lettura – Corriere della Sera»«Un grande narratore che, come Piero Chiara e Mario Soldati, sa raccontare la profondità della superficie.»Bruno Quaranta, «Tuttolibri»«La forza delle storie di Andrea Vitali nasce da una innata capacità di ascolto delle vicende della gente comune che egli trasforma in prodigiosa azione romanzesca.»Fulvio Panzeri, «Avvenire»Alla stazione ferroviaria di Varenna, a pochi chilometri da Bellano, c’è trambusto. Il capotreno Ermete Licuti è sceso dal convoglio scortando una passeggera pizzicata senza biglietto. E senza un quattrino per pagare la multa. Fa intendere che arriva da Milano, che vuole andare a Bellano, ma non parla bene l’italiano, e capire cosa vuole è un bel busillis. Ligio alle norme, il capotreno non sente ragioni e consegna la ragazza al capostazione, Amilcare Mezzanotti, che protesta vivace. Il regolamento però è chiaro, la faccenda tocca a lui sbrogliarla. E così adesso il povero capostazione si trova lì, nel suo ufficetto, con davanti Marta Bisovich. Bella, scura di carnagione, capelli corvini, dentatura perfetta, origini forse triestine, esotica e selvatica da togliere il fiato. Siamo nel giugno del 1949, e sul lago di Como, in quel di Bellano, tira un’aria effervescente di novità. Ci sono in ballo le elezioni del nuovo sindaco, e le varie fazioni si stanno organizzando per la sfida nelle urne. Su tutte, la Dc, fresca dei clamorosi successi alle politiche del ’48, attraversata ora da lotte intestine orchestrate dall’attuale vicesindaco Amedeo Torelli, che aspira alla massima carica ed è disposto a giocare tutte le sue carte, lecite e anche no. La bella e conturbante Marta, invece, ha altre aspirazioni. Le basterebbe intanto trovare un posto dove poter ricominciare a vivere, e questo è il motivo per cui ha deciso di puntare le sue ultime chance sulla ruota di Bellano, dove certe conoscenze non sono nelle condizioni di negarle l’aiuto di cui ha bisogno. Biglietto, signorina – storia apparsa in una prima versione nel 2001 con il titolo L’aria del lago nell’omonima raccolta, e qui interamente reinventata, riscritta e ampliata – ci porta nel bel mezzo dell’Italia della ricostruzione, alle prese con la ritrovata libertà. In un paese che fatica a risollevarsi dalle macerie della guerra, ognuno tenta la sorte per imbastire il proprio futuro.

Valutazioni e recensioni

3,9
30 recensioni
Andrea Landini
5 marzo 2015
Ho conosciuto Vitali con "Premiata ditta Sorelle Ficcadenti", non un capolavoro ma sicuramente un libro gradevole da leggere. Qua scopro un Vitali che usa un registro completamente differente con personaggi acidi e perennemente arrabbiati e con un linguaggio spesso volgare, infarcito di parolacce che personalmente mi danno fastidio. Non ne vedo proprio la necessità. Posso capire che un personaggio possa esprimersi in maniera colorita, ma perché lo debba fare anche il narratore mi sfugge proprio. La trama è piuttosto scialba e soprattutto è povero l'intreccio, manca sicuramente la poesia e l'atmosfera che ho trovato nell'altro libro. Mi riservo di leggere un altro libro di Vitali per capire qual è il suo vero stile; tuttavia questo libro l'ho trovato abbastanza deludente ed inutile. Non capisco poi che senso abbia fare capitoli di sole 4 o 5 righe. Sembra che l'autore si diverta a sprecare carta per fare il volume più ampio...
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Vincenzo Labonia
27 novembre 2015
Ho letto abbastanza di questo prolifico scrittore, che è riuscito a mettere Bellano quasi al centro dell’Italia. Mi piace quel suo modo leggero di scrivere e farsi leggere anche se questa storia, mi sembra un poco troppo spezzettata: capitoli così brevi – e un poco mischiati – ti intrigano ad andare avanti senza fermarsi. Non mancano i colpi di scena e vedo divertente la trovata che la risposta alla battuta finale di una pagina, caratterizzi la successiva anche se riferita ad una diversa situazione scenica. Personaggi di oltre sessanta anni fa, ma guarda caso, così simili a quelli delle nostre cronache quotidiane. Un consiglio: vista la sua immensa produzione, sig. Andrea, non le conviene l’equazione paritaria vendo più libri, ma ad un prezzo ridotto?
3 persone hanno trovato utile questa recensione
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EA
27 agosto 2015
Come sempre con Vitali una lettura tutta d`un fiato
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Informazioni sull'autore

Andrea Vitali è nato a Bellano nel 1956. Medico di professione, ha esordito nel 1989 con il romanzo Il procuratore, che si è aggiudicato l’anno seguente il premio Montblanc per il romanzo giovane. Nel 1996 ha vinto il premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti. Approdato alla Garzanti nel 2003 con Una finestra vistalago (premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio Bruno Gioffrè 2004), ha continuato a riscuotere ampio consenso di pubblico e di critica con i romanzi che si sono succeduti, costantemente presenti nelle classifiche dei libri più venduti, ottenendo, tra gli altri, il premio Bancarella nel 2006 (La figlia del podestà), il premio Ernest Hemingway nel 2008 (La modista), il premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante, il premio Campiello sezione giuria dei letterati nel 2009, quando è stato anche finalista del premio Strega (Almeno il cappello), il premio internazionale di letteratura Alda Merini, premio dei lettori, nel 2011 (Olive comprese). Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia, nel 2015 il premio De Sica e nel 2019 il Premio Giovannino Guareschi per l’Umorismo nella Letteratura.Il suo sito è: www.andreavitali.info

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