Breve storia dei porti

· Passerino Editore
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Un porto è una struttura naturale o artificiale posta sul litorale marittimo o sulla riva di un lago o di un corso d'acqua, atta a consentire l'approdo e l'ormeggio a natanti, imbarcazioni e navi, e la loro protezione dalle avverse condizioni delle acque. Ha pure la funzione di consentire e facilitare il carico e lo scarico di merci e l'imbarco e lo sbarco di persone. Il porto è da sempre fonte di scambi commerciali e crocevia di comunicazioni e ha storicamente favorito lo sviluppo delle civiltà: nell'antichità, come al giorno d'oggi, i porti hanno infatti rivestito un ruolo fondamentale negli scambi mercantili tra le popolazioni. Tracce notevoli di commerci marittimi si trovano infatti negli insediamenti costieri preistorici di isole del Mediterraneo tra cui Pantelleria, Malta, Isole Eolie.
Nel Lexicon del Suida, lessicografo bizantino del decimo secolo, leggiamo che nell’antichità un porto, per essere considerato tale, doveva offrire agli approdanti due principali agevolazioni e cioè innanzitutto i longoni (gr. λογγόνες), oggi diremmo le bitte d’ormeggio; allora si trattava però di pesanti massi trascinati sulla riva del mare, piantati saldamente nel suolo e poi guarniti di forti anelli di ferro ai quali ormeggiare le imbarcazioni. Ecco dunque il perché di un nome come ‘Porto Longone’. Occorreva poi che il luogo fosse ben provvisto di robusti pellami da usarsi come para-bordi, cioè ammucchiandoli sulle fiancate dei vascelli affinché non si danneggiassero nell’urtarsi con quelle degli altri legni all’ormeggio a causa della risacca o delle ristrettezze di manovra.
Il più antico porto artificiale è quello di Wadi al-Jarf sulla costa del Golfo di Suez nel Mar Rosso, circa 120 km a sud di Suez, scoperto dall'archeologo francese Pierre Tallet nel 2011 - 2012, che risale all'epoca del faraone Cheope della IV dinastia egizia attorno al 2600 a.C.
Strutture portuali si ritrovano a Micene e Creta e, in Italia, già negli insediamenti micenei, etruschi, fenici e, successivamente, nelle colonie greche: in Sicilia, un esempio è Zancle (Messina) il cui nome deriva proprio dal porto naturale a forma di falce (zancle in siculo, termine poi passato al greco). Tra le più importanti opere portuali nell'antichità il famoso porto di Atene, voluto da Temistocle per aumentare la potenza ateniese e l'egemonia della città stato sul Mar Egeo, e il porto di Siracusa. L'utilizzo dei porti ha avuto un notevole sviluppo al tempo delle crociate e, nell'Italia medievale, con la nascita delle Repubbliche marinare. L'incremento e lo sviluppo maggiori si hanno tuttavia nel XV secolo con l'inizio della colonizzazione e, in seguito, con la rivoluzione industriale degli ultimi secoli.

I mini-ebook di Passerino Editore sono guide agili, essenziali e complete, per orientarsi nella storia del mondo.

A cura di Antonio Ferraiuolo.

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