Come può compiacersi e godere del dolore che provano le sventurate che si innamorano di lui?
Come può razionalmente e meticolosamente programmare la distruzione di un altro essere umano senza provare alcun senso di colpa, nessuna compassione e nessun rimorso?
Un narcisista perverso può e lo dimostra in questa intervista rilasciata a Cinzia Mammoliti, criminologa in prima linea da anni nello studio di questi soggetti diabolici, che decide di fare un viaggio nella mente di un sadico seriale.
Un lungo dialogo crudo, intenso, a tratti sconvolgente che mette di fronte a una verità difficile per tutti da accettare: la crudeltà esiste, è molto più diffusa di quanto non si creda, ma soprattutto, il più delle volte, proviene dalle persone che amiamo e dalle quali pensiamo che dovremmo essere amati.
Cinzia Mammoliti, criminologa e docente in ambito criminologico per la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell'Interno e per varie Scuole di Polizia si occupa di formazione e addestramento di Forze dell'Ordine, operatori di security, operatori del settore sanitario e sociale e di Sportelli Antiviolenza; collabora con gli assessorati alle Pari Opportunità e alle Politiche Sociali di numerosi Comuni italiani in materia di prevenzione di violenza domestica, mobbing, stalking e reati connessi.
Socio del SIC (Società Italiana di Criminologia) e membro del Comitato Scientifico di LINK ITALIA, associazione impegnata su scala nazionale e internazionale nella ricerca in ambito criminologico, vittimologico, investigativo, psicosociale e zooantropologico.
Tra i massimi esperti nazionali in materia di manipolazione relazionale e violenza psicologica, ha pubblicato, in precedenza, due saggi in materia : I serial killer dell'anima e Il manipolatore affettivo e le sue maschere, ed. Sonda, portando in giro per l'Italia un progetto di sensibilizzazione sulla violenza di genere attraverso la partecipazione a convegni, conferenze, seminari e workshop.
Per Runa Editrice pubblica "Intervista a un narcisista perverso", una intervista, commissionata all’autrice da un’importante Rivista di Psichiatria, a un narcisista perverso, indicato da un’equipe di specialisti operanti nell’ambiente penitenziario.