«Prima di Sabbia nera Vanina era a Catania già da un anno e aveva risolto altri casi. Ho pensato di raccontarvene uno».
Cristina Cassar Scalia
Arrivata da poco a Catania, Vanina sta facendo conoscenza con la città quando le piomba addosso un caso delicato, di quelli che richiederebbero anche un po' di tatto. Non proprio la sua dote principale.
Un'indagine che precede Sabbia nera.
Prima qualche pillola dentro vaschette di gelato, poi un omicidio. Questo è solo l'inizio di un mistero parecchio strano che il vicequestore aggiunto Giovanna Guarrasi, detta Vanina, palermitana tornata in Sicilia dopo un periodo alla questura di Milano, è chiamata a risolvere. Per fortuna attorno a sé ha una squadra di gente in gamba, collaboratori preziosi che nonostante il suo carattere spigoloso hanno imparato subito ad apprezzarla. A fare il resto ci pensano l'istinto e il metodo investigativo che segue da sempre: scavare nel passato delle vittime.
- Ispettore, me lo dice che successe, per cortesia? - Spanò sembrava un buon elemento, ma aveva il vizio di parlare assai.
- Ragione ha, dottoressa, mi scusi, - s'imbarazzò il poliziotto. - La volevo avvertire che mi chiamarono poco fa dalla gelateria di Agostino Lomonaco -. Si fermò un attimo. - Le conosce le gelaterie di Lomonaco, no?
Il Re del gelato.
Vanina si sforzò di ricordare, ma no: Catania per lei era ancora un'incognita. - No, non le conosco.
- Non può essere! Manco una? - si stupí l'ispettore. La Guarrasi perse la pazienza.
- Spanò, la vogliamo finire? Mi dice che successe in questa gelateria?