La paura. È stata la paura che qualcosa di terribile succedesse alla famiglia del figlio a mandare in carcere per omicidio un anziano signore. La vittima è Dieter Tiberius, l'inquilino del piano sottostante quello di Randolph Tiefenthaler, architetto berlinese di successo.
Prendendo forse troppo sul serio i doveri di buon vicinato, Tiberius passa per gradi da un'attenzione amichevole a un vero e proprio stalking: spia la coppia del piano di sopra, accusandola, prima velatamente, poi apertamente, di abusi di ogni tipo sui piccoli figli, rivolgendo alla moglie attenzioni sempre più intime. Sicuro che nulla potrà fare la polizia, dopo la denuncia di Randolph, contro una violenza difficile da provare. È così che il nonno dei bambini si decide a fare giustizia da sé, e viene condannato per omicidio.
Ma in questo romanzo è anche l'autore − esperto della materia, per aver subito a sua volta la persecuzione di un vicino di casa ossessivo − a giocare al gatto con il topo, mettendo in scena uno stalking letterario nei confronti del lettore. Così veniamo a sapere, dal racconto in prima persona del protagonista, di altre ossessioni: quella di Randolph per cene solitarie in ristoranti stellati davanti a una bottiglia di vino costosissimo, per esempio; e quella del vecchio signore per le armi. Nei ricordi d'infanzia dell'architetto c'è una collezione di pistole nella casa paterna, e un vago sentore di ideologia nazista nei discorsi del padre.
Perché Randolph, convinto pacifista, ritiene normale l'atmosfera della casa della sua infanzia? Cosa si nasconde dietro i suoi comportamenti di padre e marito amorevole ma un po' troppo assente, un po' troppo indipendente? Le fragilità sotto l'atteggiamento sicuro di un professionista di successo, e i segreti di vite rispettabili svelati per gradi portano il lettore a provare una sensazione di disagio, poi di inquietudine, poi di terrore, proprio come se fosse vittima di uno stalking. Con una differenza: al sicuro dietro le pagine del romanzo, ci si consegna alla suspense creata dall'autore e dalla mente tortuosa dei suoi personaggi.
Dirk Kurbjuweit, vicedirettore di «Der Spiegel», è autore di numerosi romanzi e di due saggi sulla politica di Angela Merkel. Ha vinto, tra gli altri premi, l’Egon Erwin Kisch Preiz e il Roman Herzog Preiz. Vive tra Berlino e Amburgo. Bollati Boringhieri ha pubblicato il suo thriller L’ombra della paura (2018).