Lo Stato-nazione sembrava essere condannato all'irrilevanza grazie alla globalizzazione e alla tecnologia. Ora Γ¨ tornato, spinto da un coro populista mondiale. Rodrik, da sempre schietto critico di una globalizzazione economica andata troppo oltre, va al di lΓ della reazione negativa populista e offre una spiegazione ragionata dei motivi per cui l'ossessione delle Γ©lite tecnocratiche per l'iperglobalizzazione abbia reso piΓΊ difficili per gli Stati-nazione ottenere obiettivi economici e sociali legittimi a casa propria: prosperitΓ economica, stabilitΓ finanziaria ed equitΓ . Egli rimprovera i globalisti per aver messo in pratica pessime scelte di politica economica, ignorando le sfumature dell'economia, che avrebbero dovuto indurre a piΓΊ cautela. Rodrik rivendica la necessitΓ di un'economia mondiale pluralista, dove gli Stati-nazione possiedano un'autonomia sufficiente per formare i propri contratti sociali sviluppando strategie economiche pensate per i propri bisogni. Invece di invocare la chiusura delle frontiere o il protezionismo Rodrik ci mostra come ristabilire un equilibrio accorto tra una governance nazionale e una globale.