Le ballate della mesta estate nascono dal fondo della mia coscienza inquieta, fatta di sale e di sole che si specchia nel mare dell’amore. Una serie di prose poetiche che vorrei definire come ballate dylaniane , dedicate segretamente a Claudio Lolli , mitico cantautore che ha accompagnato la mia adolescenza ed i miei passi nella mondo della poesia musicale . I suoi versi , quelli di vecchia piccola borghesia risuonano ancora in me nel fumo aspirato di uno spinello fumato di nascosto . Ballate dylaniane , tante beltà nate nel canto d’amore che imita la morte, un andare , un venire, una serie di versi chiusi in un cassetto . Tanti versi che tutto ad un tratto ho udito gridare all’improvviso da quel mio cassetto di voler essere rappresentate , pubblicati nel bel mondo delle lettere. Ed io assolvo il mio compito di poeta , le pubblico con l’animo mesto con passione di chi beve ogni giorno l’amaro calice della realtà di periferia , nel bene e nel male, le lego al carro delle lettere e le lascio andare , danzanti per dimensioni sconosciute per paesi e città , metropoli e nazioni ove splende l’eterna estate dell’estetica, intrisa di gaie immagini raminghe nel sognare amori e mondi infiniti.