Emozioni

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La teoria delle emozioni di William James ha conosciuto, soprattutto negli ultimi decenni, una fama inattesa. L’ipotesi che stati emotivi quali rabbia, amore, tristezza e paura seguano direttamente la percezione dell’oggetto eccitante e si identifichino pertanto con la sensazione dei fenomeni corporei e viscerali che li caratterizzano è stata oggetto di ammirazione e aspre critiche già al suo apparire negli anni ’80 dell’Ottocento. È tuttavia in epoche più recenti che tale proposta si è trovata al centro di un fitto dibattito internazionale, che ne ha saputo cogliere nuovi aspetti e problematicità ed è stata assunta come punto di partenza per la costruzione di nuovi modelli esplicativi delle emozioni. Il lettore italiano che volesse tuttavia approcciarsi allo studio delle emozioni in James si troverebbe a dover passare in rassegna svariate traduzioni o antologie tematiche al fine di visionare i tre scritti dello psicologo statunitense sull’argomento. Non esiste, infatti, a oggi, un testo che raccolga in edizione italiana l’articolo del 1884, What is an Emotion, il capitolo sulle emozioni contenuto nel secondo volume dei Principles of Psychology e lo scritto del 1894 The Physical Basis of Emotion. Il presente volume intende venire incontro a questa esigenza, corredando la traduzione di questi tre testi cardine del pensiero di James di un’introduzione, volta non solo a presentare criticamente e sinotticamente gli scritti, ma anche a offrire un resoconto del vivace dibattito sviluppatosi attorno a questa teoria comunemente nota come “teoria periferica dell’emozione”.

Um höfundinn

William James (New York 1842 - Chocorua 1910), è unanimemente considerato il più importante psicologo sperimentale americano. Le sue teorie sulla struttura della coscienza hanno contribuito in modo signifi cativo alla fondazione della psicologia contemporanea. Insieme all’amico Charles Sanders Peirce, è stato il teorico del pragmatismo, ma le sue ricerche hanno sondato anche i territori della metafi sica, proponendo audaci speculazioni sulla natura profonda della realtà, della conoscenza e dell’etica.

Denise Vincenti è assegnista di ricerca in Storia della filosofia presso l’Università di Firenze. È autrice della monografia La spontaneità malata. Fisiologia, patologia e alienazione mentale nel pensiero di Félix Ravaisson (Pisa 2019) e di vari articoli su riviste nazionali e internazionali. Ha inoltre curato per Mimesis la traduzione italiana di William James, Le leggi dell’abitudine (2019) e, insieme a Chiara Beneduce, il volume Oeconomia corporis. The Body’s Normal and Pathological Constitution at the Intersection of Philosophy and Medicine (Pisa 2018).

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