Il libro raccoglie contributi di studiosi ed esperti, provenienti da diversi ambiti disciplinari, e di artisti visivi attorno al tema dei rapporti fra cultura contemporanea (letteratura, teatro e arti visive) e archeologia, declinando l’idea di “classico” non più come valore da contrapporre alla fluidità del presente, ma piuttosto come re-perto e sito archeologico di cui si accetta e si enfatizza l’incom-piutezza e la decadenza anche materiale, facendone spazio di rappresentazione ed elemento significativo degli scenari narrativi. Si tratta di un concetto di antico non fissato in un altrove ideale e senza tempo, ma re-interpretato alla luce dell’oggi, e sul quale proiettare i grandi temi con cui il presente fa i conti: la multicultu-ralità e le identità nazionali, la memoria conflittuale del secolo bre-ve, la ricerca di modelli di sviluppo economico più rispettosi degli equilibri del paesaggio. Un confronto di rinnovata attualità, non solo a Roma, ma in tutta Europa dove musei e associazioni per la salvaguardia del patrimonio ricorrono sempre più spesso all’arte contemporanea come strumento di mediazione.