Franz Kafka è stato uno dei più grandi scrittori del 900 e, come quasi sempre avviene, fu considerato e apprezzato solo dopo la sua morte. Nacque a Praga nel 1883 da una famiglia di origine ebrea e visse quindi il tragico periodo dell’antisemitismo, nonostante lui e suoi familiari fossero di lingua tedesca. Le tre sorelle morirono nei campi di sterminio nazisti, mentre lui, probabilmente a causa della sua salute cagionevole, non fu mai deportato. Dopo la laurea in giurisprudenza lavorò in un istituto di assicurazioni ma la sua malattia polmonare lo obbligò a lunghe cure e infine ad abbandonare l’impiego. Non smise però mai di scrivere, mosso da un bisogno interiore di raccontare vicende e scandagliare l’animo umano, forse cercando invano di comprendere il suo. Il suo stile geniale e surreale, che evidenzia la vulnerabilità, l’imprevedibilità e l’emarginazione, continua ad affascinare e a far riflettere. Morì in un sanatorio nei pressi di Vienna, il 3 giugno 1924. Tra le sue opere di conosciute, ricordiamo “Il Processo”, “I racconti” e “La Metamorfosi”.