Maigret non sapeva da che parte cominciare, un po’ come il tizio di quella mattina. «Anche se lei non è specializzato in psichiatria, mi piacerebbe sentire il suo parere su una storia che mi hanno appena raccontato. È venuto in ufficio da me un uomo sulla quarantina, apparentemente normale. Mi ha parlato senza scalmanarsi, senza esagerare, misurando le parole. È sposato da dodici o tredici anni, se ben ricordo, e da ancora più tempo abita in avenue de Châtillon».Pardon, che si era acceso una sigaretta, ascoltava con attenzione.«Si occupa di treni elettrici». «È ingegnere ferroviario?». «No, intendevo i trenini giocattolo» ... «Che delitto ha commesso?». «Nessuno, almeno credo. È venuto a dirmi che sua moglie, da un po’ di tempo, ha intenzione di ucciderlo». (Le inchieste di Maigret 51 di 75)