Un vecchio professore da tempo in pensione, vedovo e solo, viene trovato impiccato nel salotto di casa sua. Una rapida occhiata alla scena è sufficiente al commissario Andrea Lucchesi per intuire che non di suicidio si tratta. Un ragazzino malconcio, l'aria impaurita e lo sguardo sfuggente è appoggiato al muro di un palazzo del centro di Milano; dietro l'angolo, per terra, un cappellino con qualche monetina. Una visione fugace, un istante, ma Lucchesi subito fiuta qualcosa che non va e mette alcuni dei suoi uomini sulle tracce del piccolo per vederci chiaro. Un'intuizione, un presentimento... quanto basta a Lucchesi per aprire due casi. Due casi all'apparenza molto diversi, ma nel profondo accomunati dal fatto che entrambe le vittime, un vecchio e un bambino, sono esseri soli, privi di ogni affetto, deboli, e per questo vulnerabili. E quelle in difesa dei deboli sono le battaglie che Lucchesi combatte con più convinzione, con furore quasi. Lui l'ha respirata la solitudine, ha subito l'ostracismo del mondo, conosce la cattiveria degli uomini verso i deboli, e vuole giustizia. Se non per se stesso, almeno per gli altri.