Anton Francesco Gori raccolse e ripubblicò nel Settecento numerose opere di Giovanni Battista Doni, tra le quali spicca questo ragguardevole trattato, rimasto sepolto negli archivi romani per più di un secolo. È questo un testo che offre ai nostri lettori una buona occasione per ripercorrere le origini della musica scenica dall’autorevole punto di vista di uno dei maggiori teorici seicenteschi, e insieme di riascoltare con lui alcuni dei più importanti compositori dell’epoca – Monteverdi, Gesualdo, Marenzio, Peri, Caccini e molti altri.
Letterato e teorico musicale, nel corso della sua vita indirizzò i suoi studi alle più diverse discipline, dalla geografia alle lingue orientali.
Nel campo musicale, Giovan Battista Doni riprese ed ampliò, attraverso la stesura di diversi trattati, i temi che Vincenzo Galilei aveva proposto nel suo Dialogo della musica antica e moderna, inserendosi pienamente nella strada già delineata dalla Camerata fiorentina. Pubblicò, tra gli altri, il Compendio del trattato de’ generi e de’ modi della musica e le Annotazioni sopra il Compendio de’ generi e de’ modi della musica.
Il suo intento di risuscitare il teatro e la musica dei greci antichi si concretizzò nella progettazione e costruzione di alcuni strumenti musicali, tra i quali la curiosa lira barberina.