Nonostante il fallimento dei tentativi di revisione costituzionale del 2006 e del 2016, l'ossessione per la modifica della Costituzione torna a occupare la scena politica italiana. Contro la democrazia partecipata si pone il premierato proposto da Fratelli d'Italia: una visione nella quale la democrazia si riduce alla scelta, tramite plebiscito, del capo cui sottomettersi una volta ogni cinque anni, senza che, tra una votazione e l'altra, possano operare contropoteri o i cittadini far sentire la propria voce. Sarebbe la negazione del costituzionalismo e della democrazia. Contro l'indipendenza e l'autonomia della magistratura si pone una riforma della giustizia che prevede la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri e la creazione di due Csm separati e di una Alta Corte per i procedimenti disciplinari, composti tramite sorteggio di tutti i membri. Misure che manifestano soltanto la volontà di controllo della magistratura da parte della politica, ottenuta per svuotamento e indebolimento del suo ruolo. Contro il principio di uguaglianza opera l'autonomia regionale differenziata voluta dalla Lega: un progetto volto ad aumentare poteri e risorse economiche a favore delle regioni più forti e più ricche, con il conseguente abbandono a sé stesso del resto del Paese. L'esatto contrario di ciò di cui l'Italia avrebbe bisogno perché segnerebbe la fine della solidarietà sociale e dell'unità della Repubblica. Se l'Italia soffre una crisi trentennale, la soluzione non è acuirne le cause, annichilendo il Parlamento, il potere giudiziario e l'idea della cittadinanza nazionale, ma difendere sopra ogni cosa l'equilibrio dei poteri e il valore di un'appartenenza comune nel pieno rispetto delle differenze alimentate dal pluralismo delle idee.
Gustavo Zagrebelsky è professore emerito dell'Università di Torino. Tra i suoi libri per Laterza Loro diranno, noi diciamo. Vademecum sulle riforme istituzionali(con Francesco Pallante, 2016) e Tempi difficili per la Costituzione. Gli smarrimenti dei costituzionalisti(2023).
Armando Spataro, magistrato dal 1975 al 2018 e componente del Csm dal 1998 al 2002, ha coordinato indagini sul terrorismo interno, su mafia, criminalità organizzata e sul terrorismo internazionale. Per Laterza è autore di Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa (2010).
Francesco Pallante è professore ordinario di Diritto costituzionale dell'Università di Torino. Tra le sue pubblicazioni Contro la democrazia diretta (2020), Elogio delle tasse (2021) e Spezzare l'Italia. Le regioni come minaccia all'unità del Paese (2024). Collabora con "il manifesto".