In questo volume, pubblicato per la prima volta nel 1889, Helena Petrovna Blavatsky ha tradotto e raccolto alcune decine di frammenti del Libro dei Precetti aurei, uno dei testi fondativi del buddhismo tibetano, la cui conoscenza è indispensabile per i seguaci della Dottrina Segreta. Sono massime, idee e riflessioni originariamente incise su sottili lastre oblunghe conservate sugli altari dei templi annessi alle scuole di meditazione e scritte per lo più in ideogrammi, oltre che in tibetano. Tutte insieme formano un’etica di straordinaria elevatezza e rappresentano un’occasione preziosa per l’uomo moderno che sia alla ricerca di una conoscenza autentica di sé e miri al distacco dagli oggetti dei sensi. I brevi «trattati» qui proposti – una selezione quanto mai importante vista la dispersione di queste prescrizioni in tante diverse opere sanscrite e anche in alcune Upaniṣad – sono caratterizzati da un linguaggio fortemente poetico, ricco di immagini di grande suggestione, e sono accompagnati da un corposo apparato di note esplicative scritte dalla stessa Blavastky, che le aveva concepite come un «glossario» a beneficio dei suoi tanti lettori.