"Non posso leggere Hermann Hesse senza sentirmi trascinato alla presenza di una mente profondamente seria, una mente che sta cercando il significato della vita". - Carl Jung Una nuova traduzione del 1900 di "Scritti e poesie di Hermann Lauscher" di Herman Hesse. Questa edizione contiene anche un epilogo del traduttore, un glossario filosofico dei concetti utilizzati da Hesse e una cronologia della sua vita e delle sue opere. Hesse ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1947. Ha ricevuto anche il Premio Goethe di Francoforte nel 1946 e il Premio per la Pace dei Librai Tedeschi nel 1955. Gli "Scritti e poesie di Hermann Lauscher" (Hinterlassene Schriften und Gedichte von Hermann Lauscher) di Hesse sono una raccolta di nove poesie e, nella seconda edizione, un numero ampliato di cinque pezzi in prosa, che si discostano dai tre originali. Scritta tra il 1896 e il 1899, quest'opera letteraria vide la luce nel novembre del 1900, grazie alla libreria del Reich di Basilea. L'opera è legata alla frequentazione di Hesse con la libreria, dove lavorava dall'autunno del 1899. Inizialmente fingendosi un editore, la vera identità di Hesse come autore degli apprezzati scritti e delle poesie che ha lasciato fu rivelata nel 1902, uno smascheramento attribuito a Richard von Schaukal. Queste composizioni, sebbene in parte autobiografiche, trovarono un confidente nell'amica di penna di Hesse, Helene Voigt-Diederichs. In particolare, i contenuti del libro forniscono una visione vivida degli anni formativi di Hesse. "La mia infanzia" scava nei ricordi della prima vita di Hesse a Basilea dal 1881 al 1886, mentre "La notte di novembre" dipinge una tela del suo apprendistato a Tubinga dal 1895 al 1899. Nel frattempo, "Il diario del 1900" riflette le esperienze di Hesse a Basilea dal 1899 in poi. Il racconto "Lulu" immortala Julie Hellmann (1878-1972) di Kirchheim. In una prefazione all'edizione del 1933, Hesse riflette apertamente sulla sua opera precedente, riconoscendo alcuni passaggi che aveva pensato di modificare ma che decise di non modificare per preservare l'autenticità del suo ritratto giovanile.