I migliori personaggi di Quiroga, o meglio di Misiones, sono generalmente «ex uomini», spesso incrocio di provenienze diverse e di vite possibili, tutte bruciate, frontiere incarnate e non piú riconoscibili. Quiroga trova per loro una figura memorabile, «nati con l'effetto» li definisce, come le palle di biliardo, che toccano normalmente la sponda ma rimbalzano nei modi piú inaspettati. Ne fa un breve sommario all'inizio del racconto Gli emigrati: «Cosí Juan Brown, che venne a Misiones per qualche ora a vedere i ruderi e ci rimase venticinque anni; il dottor Else, che per colpa del distillato d'arancia scambiò sua figlia per un ratto; il chimico Rivet, che si spense come una lampada, stracolmo di alcol denaturato...» Tornano, questi personaggi, e incontrano pure loro simili in racconti come Magione-Tacuara, Il tetto d'incenso, I distillatori d'arance, sono vite consumate, senza piú «letteratura», vite della disperanza, vite cioè senza speranza ma senza disperazione, elementi naturali con il volto d'uomo. Gli ex uomini di Quiroga non supplicano, non spiegano, non piangono, come gli animali.
dalla prefazione di Ernesto Franco