Pubblicato da Alexander Pope nel 1728, "I bassifondi della poesia" è una divertita esplorazione delle sentine del Parnaso, una velenosa spigolatura di assurdità estetiche, un prontuario di sovversione poetica ad uso delle teste di legno erudite — il tutto addobbato nelle contegnose vesti della trattatistica classica sul sublime. In quest’edizione è accompagnato da un esempio di poesia eccelsa, l’"Epistola al Dottor Arbuthnot", da molti considerato il capolavoro dell’autore, che seppe fondervi autobiografia intima, struggente elegia dell’amicizia e satira abrasiva, in una deflagrante miscela di furia, decorum, malizia, malinconia e felicità espressiva.