I fantasmi del capitale

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«Nelle mani di Arundhati le parole diventano armi, le armi dei movimenti di massa.»
Naomi Klein

«La polemica di Arundhati Roy è importante e necessaria... dobbiamo esserle grati per il suo coraggio e il suo talento.»
Salman Rushdie

C’è un luogo in India che, più di ogni altro, potrebbe assurgere a simbolo di una nazione trasformata dal boom degli ultimi decenni, uno sfacciato monumento alla ricchezza di pochissimi. Il libro parte proprio da qui, Antilla, la residenza del magnate Mukesh Ambani che, con i suoi ventisette piani di lusso, è la nuova reggia indiana. Ma la crescita economica non si è diffusa agli strati più poveri della popolazione; anzi, non ha fatto altro che acuire discriminazioni e disuguaglianze già presenti nella società. Non si può restare indifferenti quando Arundhati Roy descrive la guerra in atto per il possesso della terra nella giungla dell’India centrale sotto assedio, con trecentocinquantamila persone obbligate ad abbandonare i loro villaggi e migliaia di suicidi; le decine di migliaia di torturati e i settantamila morti in Kashmir. E dietro tutto questo si agitano i fantasmi che muovono i grandi capitali mondiali e manipolano le scelte della politica: le ricche fondazioni americane, la Banca Mondiale, le ONG. Con la sua inconfondibile penna, battagliera e avvincente, la Roy ci conduce fin nel cuore autentico dell’India, illuminando attraverso queste pagine il lato oscuro della democrazia più grande del mondo.

«Gli scrittori di successo si accontentano del successo e cercano casomai di ripeterlo. Arundhati Roy si è servita del successo per farsi avanti come attivista dentro tante battaglie politiche ed ecologiche che riguardano il suo Paese e non solo...»
Goffredo Fofi, Il Sole 24 Ore

«Arundhati Roy oppone al terrore, a ogni terrore, la forza del sogno.»
La Stampa

«I suoi saggi sono la prova del suo talento come scrittrice e del suo coraggio di cittadina. Con la sua presenza e i suoi testi lotta contro un mondo che sceglie la guerra come strumento di governo e sceglie investimenti che in India come altrove distruggono l’ambiente e le economie locali.»
il Manifesto

«L’autrice è una donna che mette tutta se stessa nei suoi ideali. Con passione e rabbia.»
Chicca Gagliardo, Glamour

Par autoru

Arundhati Roy è l’autrice dei romanzi Il dio delle piccole cose, vincitore nel 1997 del Booker Prize e tradotto in 40 lingue, e Il ministero della suprema felicità. Ha scritto inoltre numerosi libri di non fiction: La fine delle illusioni, Guerra è pace, Guida all’impero per la gente comune, L’impero e il vuoto, La strana storia dell’assalto al parlamento indiano, Quando arrivano le cavallette, In marcia con i ribelli, I fantasmi del capitale, Cose che si possono e non si possono dire (con John Cusack) e Il mio cuore sedizioso. Tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Guanda. Vive a New Delhi.

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