A libro Aperto
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Benvenuti a Villa Nebbia, mi sembra di vedere un cartello luminoso, con la lampadine che si spengono come da copione da film horror. Se chiudo gli occhi mi ritrovo nel piazzale antistante la villa, anche a distanza di molti giorni dopo aver concluso la lettura di un giallo molto bello e che vi consiglio senza ombra di dubbio. Piero ha voglia di trovare un pò di pace, non ne può più dei sensi di colpa, degli insulti dei cittadini del paese in cui vive, e la lontananza della sua unica figlia è il fardello più pesante da portare sulle spalle. Vuole rifugiarsi lontano da tutti ed impegnare la mente fino a svuotarla attraverso lavori materiali, concreti. Villa Nebbia è l’unica strada percorribile. Peccato, però, che la facciata del palazzo e le persone che lo abitano, il bosco, persino l’aria rappresentano tutto fuorché la parola “pace”. Gli incontri e scontri con vari personaggi lo incuriosiscono sempre più, la storia di Villa Nebbia lo attira come una calamita. Non può fare altro che assecondare la voglia sempre più crescente di saperne di più. Dove cerca serenità, trova mistero e la ricerca di una calma interiore e del perdono per sé stesso si mescola con quella della verità di una storia che non gli appartiene, ma lo fa sentire di nuovo vivo. Nonostante sia ben chiaro il nome dell’assassino, si arriva alla fine con il dubbio di non aver capito proprio nulla. Fino all’ultimo capitolo, ci si chiede “Ma perchè? Ma è davvero quel personaggio l’assassino?” E prima di voltare le ultime pagine, si torna con la mente a ricollegare tutti i pezzi del puzzle. Una lettura attiva, incalzante e per niente scontata, dove l’interesse per le storie delle mura della villa e di quelle strane donne è una fiamma sempre accesa ed alimentata, ma sono altrettanto nette le emozioni di Piero. La freddezza dell’assassino fende l’aria, così come il tormento di Piero. Il lettore ha tutto sotto gli occhi, eppure solo l’ultima pagina vi dirà la verità.
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