Laborioso, pragmatico e con un forte senso dellโumorismo, Pietro รจ un tipico contadino toscano. Ha lavorato la terra con aratro e zappa fin da ragazzo. Nato, come dice lui, ยซnel Medio Evoยป, ha visto il mondo che conosceva ed amava diventare storia passata. Fortunatamente per noi ha messo su carta, con lโaiuto di Jenny Bawtree, un resoconto unico di quella cultura contadina che, solo ora che sta morendo, stiamo cominciando ad apprezzare. Pietro inizia la sua storia con una descrizione della sua infanzia sotto il regime fascista. La sua famiglia abitava in un podere del Valdarno, ad una cinquantina di chilometri da Firenze. Come quasi tutti i mezzadri dellโepoca, viveva in condizioni di estrema povertร . Se si vedeva un contadino sovrappensiero si chiedeva: ยซStai pensando ai quattrini del sale?ยป. Oltre ai fiammiferi, infatti, il sale era lโunica cosa che il contadino doveva comprare, il resto lo produceva sul podere. Pietro dedica un capitolo intero ad un anno nella vita di un contadino e cosรฌ impariamo come faceva il vino e lโolio di oliva, come lavorava la terra con i buoi, come foggiava ceste e scale con il legno di castagno: arti che si stanno perdendo man mano che se ne va la sua generazione. Ma la vita non era solo fatica: i contadini sapevano anche divertirsi. La musica, la poesia e la narrazione di storielle animavano le loro serate ยซa vegliaยป intorno al fuoco, condite di unโironia mordente.