Persi davanti al display di uno smartphone, le nuove generazioni rischiano di non godere più nulla delle esperienze che vivono, perché gli basta vedere le immagini sullo schermo, riprenderle e poi inviarle a tutti, condividerle sui social senza neppure controllarle, e aspettare approvazioni e commenti come se fosse una rappresentazione teatrale. Nei ragazzi c'è una sorta di trasformazione antropologica dovuta ai cellulari e all'abitudine di vivere soprattutto la violenza da dietro uno schermo: quando si assiste a una rissa, a un pestaggio, si sentono subito pronti a riprenderli con l'iPhone, ma non a intervenire in difesa di chi sta subendo la violenza, protetti da un filtro come se fosse un muro trasparente, capace di generare una distanza che offusca la necessità e l'impulso di intervenire per prestare soccorso. L'interazione con il mondo esterno si limita a occhi e pollice, vivendo la realtà come fosse una rappresentazione virtuale. E invece è reale, ma purtroppo ne hanno perso la cognizione. ***********************
Questo eBook è ottimizzato per la fruizione su tablet; se ne sconsiglia pertanto la lettura sui dispositivi eReader.
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