Esiste, certamente, una felicitร natalizia โ ma essa รจ intrecciata indissolubilmente a una ยซinfelicitร nataliziaยป. Ogni vera festa รจ gioiosa e angosciosa โ e perderebbe senso se uno solo dei suoi elementi prevalesse sino a far dimenticare lโaltro. Mai questo appare con evidenza cosรฌ provocatoria come per il Natale, poichรฉ ยซsi sa che al Natale non si dร fuga; in nessun modoยป. Anni fa (non sappiamo con certezza quando) Manganelli cominciรฒ a scrivere e portรฒ a termine questo libro, senza farne parola a nessuno. Oggi, ritrovato fra le sue carte, "Il presepio" ci appare come una importante scoperta: un viaggio sfrenato allโinterno della festa per eccellenza. Dopo un magistrale inizio, che illumina lโambiguitร del Natale, con quel senso di inquietudine e angoscia che รจ il contrappunto della dichiarata euforia, Manganelli prende il coraggio a due mani e decide di iscriversi al presepio, poichรฉ il Natale, che รจ anche una cigolante macchinazione cosmica, in quanto tale ยซsecerne da sรฉ uno spettacolo, ha personaggi, un paesaggio, luminarie, talora musicheยป โ e dunque ยซรจ lecito affermare, รจ, diciamo, buona critica affermare che il Natale non รจ tanto la festa del bambino, o che altro sia, ma una rappresentazione nella quale tutti i personaggi hanno uguale necessitร , dal maggiordomo allโimperatoreยป. Cosรฌ vedremo lโautore trasmigrare nelle figure di cartapesta, diventare ยซun sodale della Madre, del Padre, del Pastore uno, del Pastore due, della Pastorella, della Vecchietta, del Ruscello, del Bue, dellโAsino, e di quantโaltri vorrร accorrere alla celebrazione dellโinizio del Significatoยป. Quale migliore occasione per un teologo-narratore quale fu Manganelli? Cosรฌ il presepio diventa un vortice fantastico, dove ci trascina una prosa che rare volte รจ stata altrettanto perfetta.