Il prigioniero del cielo

“E…beh? Quindi? Non può finire così, dai!” In effetti, il romanzo non possiede un finale, la storia si conclude, ma non con uno di quei finali per cui vale la pena leggersi tutto il libro! Tralasciando questo piccolo, ma non indifferente paricolare, si nota già dalle prime pagine che lo stile di scrittura è molto scorrevole e rende piacevole la lettura. E’ un romanzo leggero che si snoda attorno ad una storia principale, che riprende episodi accaduti alcuni decenni prima e una storia secondaria che finisce per intrecciarsi nel finale (inesistente) con quella più importante. I personaggi sono ben costruiti, ognuno con una propria forte personalità che si distingue nettamente da quelle altrui, che contribuiscono nell’insieme alla buona riuscita del romanzo. Per quanto riguarda le descrizioni, di cui Zafon per molti è il maestro, sono meno frequenti rispetto agli altri lavori dello scrittore, ma si rivelano comunque ricercate e con quello stile raffinato a cui l’autore spagnolo ci ha abituati. Nell’insieme, il romanzo ambientato in una Barcellona sempre gotica, noir, tetra e misteriosa non delude del tutto le aspettative nonostante sia un gradino più in basso rispetto ai primi due!

Affascinante e meno contorto del precedente "Il gioco dell'angelo", ma avrei voluto che mi svelasse qualcosa in più sul mistero di David Martin. Questo continuo rinviare di libro in libro la soluzione dell'enigma mi sa un po' di telenovela, mi spinge a cercare di leggere il seguito, ma in maniera un po' forzata.

Letto in meno di 48ore. scrittura lucida,incisiva dal ritmo incalzante.Peccato per i personaggi femminili che finiscono per fare poco piu' che tappezzeria, in una storia dove invece potrebbero essere molti piu' sviluppati. Dopo l'ultimo avevo temuto il peggio, pericolo decisamente scongiurato.