Pierdante Piccioni ce lo racconta chiaro e tondo, in questi capitoli che sono le sue lettere dal fronte. Senza orpelli, la realtà nuda e cruda così come gli si propone ogni giorno, da quel 28 febbraio in cui ha scelto di tornare nell'ospedale di Lodi per unirsi alla lotta contro il virus. «Nell'epicentro dell'epidemia, a Codogno e poi a Lodi, dove tutto è cominciato, non ci sono più seconde linee». Non poteva restare a casa, non lui, che è stato anche paziente e sa quanto sia importante avere accanto medici empatici. È dunque dalla sua prospettiva, unica e privilegiata, che ci svela cosa accade là dove nessuno vuole andare, dove medici, infermieri e pazienti lottano insieme per strappare al virus più vite possibili. Storie di dottori e di malati, di sommersi e di salvati. Un reportage drammatico, ma anche commuovente, che ribadisce, ancora una volta, quanto sia importante avere bravi medici e infermieri che "fanno il proprio lavoro", anche in momenti drammatici come questo, anche se significa rischiare la vita.