«Un libro che mi ha commossa, spaventata, sollevata, a volte tutte e tre le cose insieme.»
Tracy Chevalier
«La fine da cui partiamo ricorda La strada di Cormac McCarthy, per il distacco narrativo e la precisione poetica. Uno splendido esordio.»
Financial Times
«Colpisce e affascina... è come se Virginia Woolf scrivesse romanzi distopici... Il cuore pulsante di questa storia tenera e terribile è il ritratto di un’esperienza di maternità totalizzante.»
The Independent
Nel pieno di un’alluvione senza precedenti, una giovane donna dà alla luce un bambino. Londra, sommersa dalle acque, diventa inabitabile. Davanti alla catastrofe ambientale i genitori sono costretti a fuggire per cercare riparo, spostandosi di rifugio in rifugio, affrontando precarietà, solitudine, abbandono. In uno scenario distopico in cui viene a mancare ogni punto di riferimento, è la responsabilità data dall’essere madre, compito disperato in quelle circostanze, a ricalibrare ogni priorità e ad alimentare la tenacia di una donna che non vuole arrendersi, che continua a lottare nonostante tutto.
Un romanzo poetico e commovente che tratteggia un futuro minaccioso, che racconta la maternità, il miracolo di una vita che cresce, l’amore incondizionato, totale, unica certezza quando tutto sembra crollare. Un inno alla vita e alla speranza.