V.S. Naipaul viaggia sempre alla ricerca di qualcosa. In "Fedeli a oltranza" aveva esplorato quel groviglio rovente di pulsioni e ideologie che ancora non si chiamava fondamentalismo islamico: qui tenta invece di afferrare la sfuggente sopravvivenza delle credenze arcaiche in ciÃē che nel continente africano â e spesso non altrove â si intende per ÂŦmodernità Âŧ. à un itinerario lungo e tortuoso, che porta Naipaul dallâUganda e dal Ghana alla Nigeria, dalla Costa dâAvorio e dal Gabon fino al Sudafrica, e che attraverso una scansione di incontri, fatti nudi e storie individuali gli fa trovare subito qualcosa di imprevisto: ÂŦEro convinto che nellâimmensa vastità dellâAfrica le pratiche magiche non fossero diffuse in maniera uniformeÂŧ ha scritto Naipaul presentando "La maschera dellâAfrica". ÂŦHo dovuto ricredermi. Ovunque ho incontrato indovini che âgettavano le ossaâ per leggere il futuro, e ovunque ho ritrovato la stessa idea di unââenergiaâ da imbrigliare attraverso il sacrificio rituale. In Sudafrica la âmedicina da battagliaâ ÃĻ un composto fatto con parti del corpo soprattutto animali, ma anche umane. Vederlo con i miei occhi, sentirne il potere, mi ha riportato molto vicino allâinizio di tuttoÂŧ. Comincia cosÃŽ un altro viaggio, che non era semplice osare, alla ricerca del nucleo primigenio di un intero continente. Un viaggio di cui questo libro immediato, quasi orale, ÃĻ un fedele resoconto: che appassiona, irretisce, e non di rado illumina.