Di una cosa la parola e il pensiero hanno bisogno: che lo spazio per riceverli sia sgombro, che non vi siano muri e ostacoli che impediscano l'accesso. Ma questa ÃĻ appunto la cosa piÚ difficile e rara, perchÃĐ la mente degli uomini ÃĻ sempre ingombra e come murata. I testi qui raccolti, che erano stati pubblicati separatamente in tre libri, sono altrettanti esercizi di sgombero, di far posto. à possibile, infatti, che la vera tradizione non consista nel conservare le cose intangibili e mute, ma nello sgombrare lo spazio in cui esse possano finalmente aprirsi e parlarci. In ogni caso, il punto di fuga verso cui convergono questi esercizi ÃĻ una nuova idea della politica e dell'agire umano, inteso come una soglia in cui teoria e prassi, arcaico e contemporaneo coincidono senza residui e in cui soltanto puÃē situarsi una scrittura che ha bruciato tutte le sue carte di identità ed ÃĻ, insieme, filosofia e letteratura, divagazione e scheda filologica, trattato di metafisica e nota di costume.
ÂŦNell'universo in espansione, le galassie piÚ remote si allontanano da noi a una velocità cosà forte, che la loro luce non riesce a raggiungerci. Quel che percepiamo come il buio del cielo notturno, ÃĻ questa luce che viaggia velocissima verso di noi e tuttavia non puÃē raggiungerci. Percepire nel buio del presente questa luce che cerca di raggiungerci e non puÃē farlo, questo significa essere contemporanei. Per questo i contemporanei sono rari. E per questo essere contemporanei ÃĻ, innanzitutto, una questione di coraggio: perchÃĐ significa essere capaci non solo di tenere fisso lo sguardo nel buio dell'epoca, ma anche di percepire in quel buio una luce che, diretta verso di noi, si allontana infinitamente da noi. CioÃĻ ancora: essere puntuali a un appuntamento che si puÃē solo mancareÂŧ.