In questa seconda giornata in compagnia del Cronista e delle sue domande, Kvothe continua a raccontarsi, e possiamo addentrarci con lui nelle nebbie del passato. L'apprendistato all'Accademia, scandito da sospetti, scoperte, affetti e incomprensioni, il servizio alla corte di potenti mecenati, i viaggi al seguito di compagnie mercenarie, lo studio di arti guerresche raffinate, e di incantesimi capaci di colpire come nessuna spada potrebbe, incontri con bellezze fatate, il cui amore significa sempre pericolo e follia. Sempre e comunque a inseguire lo sfuggente enigma dei Chandrian, gli esseri soprannaturali che hanno massacrato la sua famiglia. Le storie si fanno leggende, e i miti spesso contengono più verità di quel che immaginiamo, o temiamo.
Il secondo capitolo di questo grande viaggio iniziatico e di formazione, che riecheggia Ursula Le Guin e J.K. Rowling, si conferma una delle saghe fantasy più complesse e intense degli ultimi anni, con una voce narrante impossibile da dimenticare, nella sua mistura di saggezza poetica, malinconia e umorismo. Non c'è magia più forte di quella che si sprigiona dalle labbra del misterioso narratore, alla locanda della Pietra Miliare, e dalla penna del suo creatore. Come ha detto un altro vecchio bardo, che ben conosce draghi e battaglie, "Questo Rothfuss è dannatamente bravo". Parola del George R.R. Martin di "Game of Thrones".