Un tempo premiare il merito - misterioso amalgama di talento e impegno - pareva la via maestra per combattere la disuguaglianza, antidoto perfetto contro il nepotismo e i privilegi di classe. Oggi, al contrario, tanti intellettuali, studiosi e politici pensano che sia fonte di discriminazione, selezione, umiliazione dei deboli, e ingaggiano una stupefacente battaglia contro il merito.
Nella vita di tutti i giorni non abbiamo alcun problema a scegliere il cuoco piÚ bravo, il chirurgo piÚ esperto, la scuola migliore per i nostri figli, o ad ammirare l'artista piÚ originale, il calciatore che segna piÚ goal, la scienziata che fa una grande scoperta. PerchÊ, non appena si parla di studenti e studentesse, tutto cambia? PerchÊ la parola "merito" nel mondo della scuola e dell'università scatena ogni sorta di paure, accuse, luoghi comuni, pregiudizi? E se invece proprio il talento fosse il piÚ egualitario dei doni, visto che puÃ˛ posarsi su una reggia come su un tugurio?
In questo suo nuovo e appassionante libro, Ricolfi ripercorre la storia delle idee sul merito, dagli ideali che hanno ispirato la Costituzione, passando attraverso le teorie filosofiche e i romanzi distopici del Novecento, fino alla recente e deleteria confusione tra merito e meritocrazia. E mostra quanto retrograda, infondata e lontana dal comune sentire sia la battaglia contro il merito.
Sostenere i capaci e meritevoli - a partire dalle ragazze e dai ragazzi dei ceti popolari - è il gesto rivoluzionario che puÃ˛ rimettere in moto l'ascensore sociale. Un gesto che era in cima ai pensieri dei Padri costituenti, ma che finora nessuna forza politica ha avuto il coraggio di far proprio.