In tempi di grandi prove per l'umanità - guerre, pandemie, rivolgimenti naturali - la fragilità e la precarietà dell'esistenza appaiono ancora più evidenti e ci spingono a interrogarci sul senso della nostra vita, a cercare una meta che sappia dare significato al cammino di ogni giorno. Andando al fondo di noi stessi, non è difficile sentire che la vita non è affatto una merce da consumare, ma un mistero da scandagliare, una missione da realizzare e che non ne siamo i padroni, anzi, non siamo in grado né di conservarla né di progettarla. In questi momenti si percepisce forte la nostalgia di qualcosa di più grande, che sta "aldilà" di tutto quello che è l'apparenza del quotidiano.
È come una rinascita: l'uomo scopre di non essere solo, di essere creato per l'immortalità, di avere Dio come Padre, di essere stato amato da Cristo fino al sacrificio della Croce, di avere Maria come Madre Celeste.
Una luce inaspettata investe ogni aspetto dell'esistenza e conferisce un nuovo gusto alle cose, spalancando orizzonti di felicità prima inimmaginabili. È il cuore dell'avvenimento cristiano. L'inizio di quell'esperienza che conduce fuori dall'oscurità in cui si procede incerti, a tentoni, e guida sulla strada del Cielo, che porta alla piena realizzazione di sé come figli di Dio.
Una strada che si percorre senza contare i passi e incuranti delle asperità, con sempre maggior sicurezza e fiducia, camminando con i piedi ben saldi sulla terra e lo sguardo levato oltre l'orizzonte.