Un giovane ricco esce di prigione, non sa dove andare: si ritrova â quasi senza accorgersene â a convivere con una matura vedova in una casa di campagna lungo un canale. à un rifugio, una nicchia di innocente, riposante carnalità , da cui guardare con piÚ leggerezza le cose e le persone intorno â un paesaggio immobile, affocato. La promessa di una stasi biologica, di un auspicato torpore della mente. Ma altre donne interverranno a turbare quel precario equilibrio. Si scatena un inferno provinciale, di interessi e recriminazioni. E insieme si accende lâoccasione demoniaca per tornare al delitto. A ragione Gide avvicinÃ˛ questo romanzo allo "Straniero" di Camus, che apparve in quello stesso 1942. E aggiunse, in una lettera a Simenon: ÂĢ... ma trovo che il suo libro si spinga molto oltre, pur senza averne lâaria, e quasi inavvertitamente, il che coincide con il livello piÚ alto dellâarteÂģ. Rare volte Simenon è riuscito a rendere altrettanto palpabile il peso del destino.