Per gli aborigeni australiani, la loro terra era tutta segnata da un intrecciarsi di ÂĢVie dei CantiÂģ o ÂĢPiste del SognoÂģ, un labirinto di percorsi visibili soltanto ai loro occhi: erano quelle le ÂĢImpronte degli AntenatiÂģ o la ÂĢVia della LeggeÂģ. Dietro questo fenomeno, che apparve subito enigmatico agli antropologi occidentali, si cela una vera metafisica del nomadismo. Questo ultimo libro di Bruce Chatwin, subito accolto con entusiasmo di critica e lettori quando è apparso, nel 1987, potrebbe essere descritto anchâesso come una ÂĢVia dei CantiÂģ: romanzo, viaggio, indagine sulle cose ultime. à un romanzo, in quanto racconta incontri e avventure picaresche nel profondo dellâAustralia. Ed è un percorso di idee, una musica di idee che muove tutta da un interrogativo: perchÊ lâuomo, fin dalle origini, ha sentito un impulso irresistibile a spostarsi, a migrare? E poi: perchÊ i popoli nomadi tendono a considerare il mondo come perfetto, mentre i sedentari tentano incessantemente di mutarlo? Per provare a rispondere a queste domande occorre smuovere ogni angolo dei nostri pensieri. Chatwin è riuscito a farlo, attirandoci in una narrazione dove i personaggi, i miti, le idee compongono un itinerario che ci guida molto lontano.