A intervalli regolari di qualche mese, Tridib compare alla porta di casa dei suoi zii e cugini. Le gambe incrociate strette, la fronte coperta di sudore, dopo i necessari convenevoli imposti dallâetichetta, si precipita direttamente nella stanza da bagno, spinto dai capricci del suo apparato digerente, rovinato dai fiumi di tÃĻ nero ingollati nei chioschi ai margini delle strade di Calcutta. Quando ne riemerge, mostra il consueto piglio disinvolto del figlio di un funzionario del Foreign Office abituato agli agi di una spaziosa casa avita. Sprofondato nel divano buono, inizia a dissertare sui piÃđ svariati argomenti: le stele mesopotamiche, il jazz dellâEst europeo, i costumi delle scimmie arboricole, il teatro di Garcia Lorca e, soprattutto, lâInghilterra, abitata da compite fanciulle come la signorina Price. Incantato, il cugino piÃđ piccolo di nove anni non perde una parola delle sue storie fantastiche, delle sue mirabolanti descrizioni di unâInghilterra leggendaria e lontana. Assorbe a tal punto lâarte di narrare di quel parente bizzarro dal volto magro e stizzoso, dai capelli arruffati e dagli occhi neri che scintillano dietro le lenti cerchiate dâoro, da essere capace lui stesso, crescendo, di dare voce ai ricordi della sua infanzia, alle vicende della sua famiglia e a quelle piÃđ grandi dellâIndia moderna. Nella sua narrazione, il paesaggio indiano o inglese, i luoghi reali o frutto dellâimmaginazione, diventano esemplari e simbolici, come i fantasmi femminili che popolano la sua mente: la nonna amata, che somministra agli ospiti unâomelette dura come il cuoio, lâaffascinante cugina Ila, lâamica inglese May. E i confini fittizi dello spazio e del tempo, le linee immaginarie e violente che gli uomini inventano per mettere ordine nella vita, ripetutamente si spostano e si ricompongono in nuove costellazioni. Storia di unâadolescenza che cerca di ricatturare il senso, e il segreto, di una saga familiare, dominata da luoghi remoti e prossimi come Londra, Dacca, Calcutta, Le linee dâombra ÃĻ una delle opere fondamentali di Amitav Ghosh, uno di quei romanzi che hanno fatto dello scrittore una delle voci piÃđ importanti della letteratura indiana di lingua inglese. ÂŦUna delle voci piÃđ originali e importanti della letteratura indiana di lingua ingleseÂŧ. Irene Bignardi, la Repubblica ÂŦGhosh recupera con gusto la narrativa tradizionale ottocentesca, si pensi a Dickens, non dimenticando che tra le radici della narrativa indiana c'ÃĻ il romanzo storicoÂŧ. Alessandro Monti, TTL - la Stampa