Alla fine delle Lettere persiane il lettore non ha assistito solo al confronto fra la morale di Parigi e quella di Ispahan. Ha fatto, con l'immaginazione, il giro del mondo. Ha percorso tutti i luoghi illustri della storia: la Giudea, la Grecia, Roma. Scoprendo la relatività degli assoluti che vengono venerati in luoghi diversi e in diversi tempi, sente risvegliare in se stesso una spinta cosmopolitica che lo porta ad augurarsi la felicita e la prosperità di tutti i popoli, sente la necessita di innalzarsi all'universale. Si prepara cosi il terreno per il trionfo dei concetti universali - Ragione, Giustizia, Natura - in nome dei quali si possono a buon diritto condannare tutti i fanatismi particolaristici e tutte le intolleranze regionalistiche. Jean Starobinski
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