Uno dei pochi che cercò di rispondere a questo interrogativo fu il beato Ramon Llull, italianizzato Raimondo Lullo, nel suo “Libro dell’Ordine della Cavalleria”. Questo fu un lavoro destinato a lasciare una forte influenza sui posteri, almeno quanto il “De laude novae militiae ad Milites Templi” di San Bernardo. La figura del Cavaliere, dopo di lui, si andò caricando di significati, di funzioni e di implicazioni assai più vaste e profonde, e la Cavalleria divenne un ufficio sempre più della massima importanza.
Nato a Maiorca nel 1232 da una famiglia nobile, ricevette un’educazione da cavaliere, ma nel 1262 ebbe cinque visioni di Cristo crocifisso, a seguito delle quali abbracciò l’abito religioso. Studiò per diversi anni filosofia, teologia, medicina, latino, provenzale, arabo e scrisse moltisime opere. Tentando di convertire gli islamici a Tunisi, trovò il martirio tra il 1315 ed il 1316. Nel 1850 Pio IX ne approvò il culto, dichiarandolo Beato. La sua festa liturgica è il 29 giugno.
Dottore di ricerca in “Demografia storica e storia sociale” presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e laureato in “Scienze Religiose” presso l’Università “Lateranense” di Roma. Ha pubblicato numerosi articoli e volumi a carattere scientifico sull’Età Moderna. E' socio di importanti sodalizi storici e nel consiglio di redazione di diverse riviste. Nel 2021 è stato insignito dal Presidente Mattarella del titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti Scientifici