Livelli di vita

· Giulio Einaudi Editore
2.5
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Questa ÃĻ una storia d'aria (palloni aerostatici, levità, frontiere) e una storia di terra (zavorre, schermaglie, routine). Ed ÃĻ una storia di precipizi, di cadute violente e barbari strappi, dopo che due cose sono state unite e nessun dislivello basta a separarle. Questa, in una parola, ÃĻ un'invincibile storia d'amore.

Tre leggendari pionieri ottocenteschi rivivono fra le pagine dell'originale e struggente mescolanza di fatti e finzione che ÃĻ Livelli di vita: Fred Burnaby, colonnello della cavalleria della Guardia Reale inglese e viaggiatore per terre esotiche e inesplorate, la ÂŦdivinaÂŧ Sarah Bernhardt, la piÃđ grande attrice di tutti i tempi a detta di alcuni, e FÃĐlix Tournachon, il caricaturista, vignettista, aeronauta e celebre fotografo ritrattista noto come Nadar.
Ad accomunarli, un'incomprimibile passione per il volo, l'impulso sacrilego a issarsi a bordo di una cesta di vimini appesa a un pallone e, affidandosi a un precario equilibrio di pesi e correnti, sganciarsi dal regno che ci ÃĻ deputato per conquistare lo spazio degli dÃĻi.
Una buona metafora per ogni storia d'amore. Quella immaginata fra Burnaby e Sarah Bernhardt, ad esempio - l'aria, l'assenza di vincoli, l'eccentricità, lei; la concretezza, l'avventura, la disciplina, lui. O quella, cinquantennale, fra Nadar e l'afasica moglie Ernestine. Oppure la storia d'amore, durata trent'anni e poi proseguita, fra Julian Barnes e la moglie Pat Kavanagh. Storie in cui ÂŦmetti insieme due cose che insieme non sono mai state e il mondo cambiaÂŧ, esempi di una ÂŦdevozione uxoriaÂŧ che travalica ogni barriera. Volare ÃĻ esaltante e semidivino, volare ÃĻ pericoloso. Un calcolo sbagliato, un vento contrario, un disegno avverso, o la casuale assenza di esso, e si puÃē precipitare. Finire conficcati nel terreno fino al ginocchio, magari, con gli organi sparsi tutto intorno.
Perduta l'altezza, perduta la prospettiva, disintegrati nel corpo e nello spirito, che cosa ci rimane? Orfeo potÃĐ scendere agli Inferi per riportare indietro la sua Euridice. Ma l'impresa (con la sua implicita consolazione religiosa) ÃĻ a noi preclusa. ÂŦAbbiamo perso le antiche metafore e dobbiamo trovarne di nuove. Noi non possiamo scendere laggiÚ come Orfeo. PerciÃē dobbiamo farlo in modo diverso, riportarla indietro in modo diverso. Possiamo ancora scendere dentro i sogni. E possiamo scendere nella memoriaÂŧ.
I ricordi, dunque, baluardi di una vita ancora intatta e densa e furiosa, tramiti di un discorso amoroso che non si esaurisce e non placa. In attesa di un vento da settentrione, capace di riportare in quota.

***

ÂŦChiunque abbia amato e sofferto il dolore di una perdita, o piÚ semplicemente amato e sofferto, dovrebbe leggere questo libro e poi rileggerlo. E poi leggerlo ancoraÂŧ.

ÂŦThe IndependentÂŧ

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