Malina

Adelphi Edizioni spa
5.0
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293
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"Malina" si presenta come la storia di un abnorme triangolo amoroso e di un abnorme assassinio. Due vertici del triangolo sono qui, di fatto, la stessa persona: ciascuna ÃĻ il Doppio dell’altra; quanto all’assassinio, non lascia nessuna traccia e avviene in circostanze che nessun romanzo poliziesco ammetterà mai. La scena ÃĻ a Vienna, oggi: rapide deviazioni nel tempo e nello spazio ci mostrano le ultime reliquie della squisita Austria aristocratica o i foschi sfondi della Vienna del dopoguerra, dedita a un mercato nero generalizzato, alla pratica della ÂŦprostituzione universaleÂŧ. Della narratrice si sa, indirettamente, che scrive; l’uomo che ÃĻ il suo Doppio, Malina, e che vive silenziosamente con lei, ÃĻ anch’egli scrittore, ma, ÂŦper potersi mimetizzareÂŧ, lavora al Museo dell’Esercito, il luogo che condensa la passata gloria dell’Impero; Ivan, l’altro uomo, ÃĻ invece impiegato in un ÂŦistituto per affari di estrema necessitàÂŧ: beffardo verso ogni pretesa intellettuale, ÃĻ oggetto per la narratrice di una passione di là da ogni ragione, che non potrà mai essere ricambiata. La narrazione ci conduce, da una prima parte che sembra volerci raccontare l’amore felice fra la narratrice e Ivan, attraverso la seconda, che ci getta in una sequenza di sogni dominati dalla presenza ossessiva di un Padre – che, innanzitutto, ÃĻ la misteriosa Potenza che uccide, che violenta ciÃē che esiste –, sino alla parte finale, dove assistiamo alla disintegrazione dell’io della narratrice, stretta in un confronto mortale col suo Doppio, Malina, la cui figura oscura e lucida si staglia sempre piÃđ netta in dialoghi estenuanti ÂŦsulle cose ultimeÂŧ. Composto come una partitura, leggibile sui piÃđ diversi piani, immediato e insieme carico di riferimenti nascosti, agilissimo e quasi temerario nel toccare anche l’attualità piÃđ intrattabile o la piÃđ proibita realtà dei sentimenti, scritto in uno stile capace di estendersi da una fluida liricità alla cruda registrazione dell’accadere, questo romanzo dell’ultima ÂŦnipoteÂŧ di Hofmannsthal e di Musil riesce in ciÃē che molti hanno provato e che rare volte non ÃĻ fallito: narrare una storia che ha la massima concretezza, dove tutto ÃĻ controllabile come in una cronaca di fatti, facendola perÃē coincidere con un delirio segreto, che appartiene a un’altra realtà, con una favola nera che nessun mondo visibile potrebbe ospitare. FinchÃĐ da ultimo i due livelli sembrano saldarsi, e solo un impercettibile scarto ÃĻ la spia di quella terribile compressione di eventi visibili e invisibili a cui il romanzo ci ha fatto assistere. Questo libro, che si era avviato quasi come un romanzo d’amore, si rivela alla fine innanzitutto come la dimostrazione di una morte – e apre un grande ciclo romanzesco, cui la Bachmann lavorÃē per molti anni e rimase incompiuto: "Cause di morte". "Malina" ÃĻ apparso per la prima volta nel 1971.

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