Due amici, un giudice e un giornalista, che risiedono a mille chilometri di distanza, l’uno al sud e l’altro al nord, si confrontano sulle rispettive realtà e sul futuro dell’Italia. Ne nasce un libro che in parte è saggio, in parte è dialogo e confronto profondo tra due persone che, attraverso i loro lavori “sensibili”, vivono quotidianamente le contraddizioni, i pregiudizi, le migrazioni e le divisioni del nostro Belpaese.
“Oggi l’Italia tutta, da Bolzano a Lampedusa, corre gli stessi rischi e sconta, sulla pelle dei cittadini onesti, gli stessi peccati. Come un cancro, la mentalità mafiosa si è espansa e annidata, a tutti i livelli, nella gestione della cosa pubblica e degli affari privati. La corruzione, la gestione clientelare e familistica del potere, l’uso spregiudicato delle risorse pubbliche, stanno sfiancando il Paese, stanno facendo smarrire, nei più giovani e nei migliori tra i giovani, la voglia e l’entusiasmo di impegnare qui le loro forze e le loro intelligenze”. (Antonino Di Matteo)
“Io provo paura quando vedo ancora le baracche abitate del terremoto di Messina del 1908; provo paura quando la mafia in questi ultimi anni si è travestita da antimafia; provo paura quando la retorica di qualche predicatore di legalità è piegata ai suoi deliri di onnipotenza. È una paura che monta, che sale verso nord. Nella Fondi e nella Sabaudia di oggi che sono per omertà come la Corleone e la Partinico di ieri, nell’Emilia e nella Lombardia di politicanti che fanno finta di niente e garantiscono che ‘abbiamo gli anticorpi per respingere le mafie’”. (Attilio Bolzoni)
“Senatore e Conte hanno intrecciato le loro idee e tracciato le loro pagelle trovando alcuni valori comuni – comuni a loro due, più che alle rispettive comunità – a cominciare dalla legalità. Il resto, nonostante tutto, rivela un evidente amore per le rispettive piccole patrie, e il risultato, mi sembra, è il ritratto di una patria grande piena di difetti, e meritevole di amore”. (Toni Capuozzo)