L'umanesimo rivoluzionario, nelle parole dell'Incorruttibile, doveva farsi etica della nobiltà umana, studio e azione; poteva credere nel genio umano e nelle sue creazioni, usare la forza e contrapporla alla brutalità delle condizioni e delle nature contingenti, della tradizione, dell'autorità, del dogma, del proibito, persino della morte. Fu fatica insistente tesa alle più alte forme dell'esistenza, intenzione ardita di imporre una società capace di desiderare la perfezione dei rapporti civili, di liberare l'uomo senza dimenticare completamente Dio ma credendo nell'opera della cultura, del diritto, della morale individuale e collettiva; fu volontà battagliera di dirigere i propri destini e idealizzarli, anche con la violenza. Il suo linguaggio, il suo linguaggio rivoluzionario, ha potuto parlare alle generazioni future proprio con la violenza delle sue anticipazioni, con la legittimità della forza al servizio di una giustizia sociale e civile creduta più fraterna …