"Morte dellâinquisitore" (1964) occupa un luogo del tutto a parte nellâopera di Leonardo Sciascia. La ragione ne fu data dallâautore stesso: ÂĢè un libro non finito, che non finirÃ˛ mai, che sono sempre tentato di riscrivere e che non riscrivo aspettando di scoprire ancora qualcosaÂģ. Un libro, dunque, fondato su un mistero non del tutto svelato, forse non del tutto svelabile. E inoltre il libro dove Sciascia ha disegnato la figura di un suo antenato ideale, lâeretico Diego La Matina (ÂĢpersonaggio che non doveva piÚ lasciarmiÂģ). Il tema dellâInquisizione, infine, rimane (e rimarrà sempre) quanto mai delicato, perchÊ â come scrisse Sciascia stesso con memorabile efficacia â ÂĢappena si dà di tocco allâInquisizione, molti galantuomini si sentono chiamare per nome, cognome e numero di tessera del partito cui sono iscrittiÂģ. Parole che ci fanno intendere, come meglio non si potrebbe, lâattualità immediata che questo libro ha per noi e confermano unâaltra annotazione di Sciascia: ÂĢMi sono interessato allâInquisizione poichÊ questa è lungi dal non esistere piÚ nel mondoÂģ.