Ian Urbina, giornalista investigativo del ÂŦNew York TimesÂŧ, per cinque anni ha viaggiato da una parte all'altra del mondo a bordo di navi - pescherecci, flotte della guardia costiera, navi di pattuglia della polizia marittima, vascelli di gruppi ambientalisti come Greenpeace e Sea Shepherd - per documentare ciÃē che accade in mare aperto. Fra trafficanti e contrabbandieri, pirati e mercenari, ladri di relitti e pescatori di frodo, conservazionisti e bracconieri inafferrabili, fornitori di aborti semi-illegali, schiavi e clandestini lasciati morire alla deriva, ma anche ecologisti, giustizieri, medici e volontari, Urbina racconta un mondo ricco di coraggio e brutalità , dove sopravvivenza e tragedia camminano sempre a braccetto e il crimine e la violenza rimangono impuniti perchÃĐ l'incertezza del diritto lascia loro campo libero. ÂŦLa regola della leggeÂŧ spiega Urbina ÂŦin mare diventa liquida, quando non si sgretola del tutto.Âŧ Oceani fuorilegge racconta chiaramente come sia possibile che il mare nasconda un mondo distopico, feroce e sovente disumano davanti al quale la società globale, divorata da un appetito insaziabile, chiude piÃđ o meno consapevolmente gli occhi.
Gli oceani sono l'ultimo Far West in cui chiunque puÃē fare qualsiasi cosa, perchÃĐ nessuno lo sta guardando.