Opere vol. 13: Studi sull'alchimia

Bollati Boringhieri Le Opere di Gustav Jung āļŦāļ™āļąāļ‡āļŠāļ·āļ­āđ€āļĨāđˆāļĄāļ—āļĩāđˆ 13 · Bollati Boringhieri
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Nell'antichità gli alchimisti furono sempre considerati con sospetto. Se il potere civile li mise fuorilegge, quello religioso li bollÃē con la scomunica. Non v'ÃĻ da stupirsi quindi che i cultori di tale disciplina siano stati costretti da sempre a usare un linguaggio cifrato che li condannÃē all'incomprensione da parte dell'opinione pubblica. Jung, che studiÃē per circa un trentennio i testi alchemici, rivoluziona qui la prospettiva da cui osservare i contenuti di quest'Arte. Il linguaggio alchemico gli appare non tanto semiotico (un linguaggio cifrato), quanto simbolico, nel senso che neppure gli alchimisti erano consapevoli dei contenuti che, dal profondo della loro psiche, venivano ad affiorare nei loro testi. Nei saggi che compongono il volume, incentrati sia su personaggi di alchimisti famosi (Le visioni di Zosimo, 1938/1954; Paracelso come medico, 1941 e Paracelso come fenomeno spirituale, 1942) sia su simboli specifici delI'Opus alchemico (Lo spirito Mercurio, 1943/1948 e L'albero filosofico, 1945/1954) sia sui principi dell'alchimia cinese (Commento al ÂŦSegreto del fiore d'oroÂŧ, 1929/1957), l'interesse di Jung si rivolge alle espressioni simboliche dell'alchimia, in cui egli vede proiettati contenuti archetipici. Gli alchimisti, quegli oscuri ÂŦfilosofiÂŧ, come amavano definirsi, gli ÂŦamanti della SapienzaÂŧ, sono, secondo lui, degli psicologi ante litteram, intenti a scandagliare la prima materia, ossia l'inconscio, non tanto per pervenire a un risultato concreto di contraffazione dell'oro, come ritenevano i loro oppositori, quanto piuttosto per attuare un'opera di perfezionamento interiore, per procedere - nella ricerca della pietra filosofale - alla propria individuazione.L'alchimia viene ad acquistare cosÃŽ l'aspetto del tutto nuovo e avvincente di una ÂŦpsicologia dell'inconscio collettivo proiettataÂŧ sulle sostanze e sui procedimenti volti a trasformare la materia, e si rivela perciÃē assai affine alla mitologia e al folclore. Il suo simbolismo ÃĻ simile a quello dei sogni, da un lato, e a quello religioso dall'altro.

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Carl Gustav Jung (1875-1961) iniziÃē la sua attività nel 1900 nel famoso ospedale ÂŦBurghÃķlzliÂŧ di Zurigo, sotto la guida di Eugen Bleuler, uno dei grandi maestri della psichiatria dinamica. Durante questi ÂŦanni di apprendistatoÂŧ mise a fuoco la sua nozione di realtà psichica (teoria dei complessi autonomi) ed elaborÃē alcuni strumenti per la comprensione dei disturbi mentali (test di associazione verbale). Nel 1907 entrÃē in contatto con Freud, con cui stabilÃŽ uno stretto rapporto umano e scientifico, assumendo una posizione di primo piano nel movimento psicoanalitico, ma nel 1912 la pubblicazione di Trasformazioni e simboli della libido segnÃē la rottura del loro sodalizio e il distacco di Jung dalla psicoanalisi. Ne seguÃŽ un lungo periodo di ÂŦmalattia creativaÂŧ, caratterizzato da un serrato corpo a corpo con l’inconscio e le sue immagini archetipiche, di cui dà testimonianza Il Libro rosso. Esperienza decisiva da cui si cristallizzarono, negli anni della maturità, il sistema della psicologia analitica (dottrina dell’inconscio collettivo e degli archetipi, tipologia psicologica, energetica psichica e processo di individuazione, principio di sincronicità) e un’eccezionale messe di indagini storico-religiose, soprattutto nei campi dell’alchimia, dell’astrologia e del pensiero orientale. Le Opere di Jung sono pubblicate da Bollati Boringhieri a cura di Luigi Aurigemma (24 voll., 1965-2007).

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